L'ULTIMA CENA DEL RE

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Antonio Stanziani-Mario Setta

L’ultima cena del re. 9 settembre 1943

Edizioni Qualevita, 2007, pp. 136, euro 14,00

 

Talvolta un singolo episodio, anche se minore, può illuminare su determinate vicende umane molto più che decine di libri di storia o di sociologia. Qui l’«evento» è costituito dalla cena che nel castello di Crecchio viene offerta dai duchi di Bovino, De Riseis, alla corte di Vittorio Emanuele III, ad alcuni membri del governo badogliano e dello stato maggiore dell’esercito in fuga da Roma il 9 settembre 1943. Antonio Stanziani e Mario Setta, nel riprodurre il menu e la ricetta del lauto pasto consumato quella sera, ne traggono motivo per ricostruire uno spaccato sia dell’ultima guerra in Abruzzo che dell’arte culinaria nella regione.

Ne viene fuori un quadro conoscitivo in cui proficuamente s’intrecciano insieme vissuto di un tempo e memoria che se ne coltiva, punti-gliosa analisi storica e riflessioni che essa provoca sull’attualità: un quadro che diventa, dunque, anche appassionato monito per la nostra coscienza civile.

L’8 settembre 1943 fu l’epilogo d’un periodo di tirannide e di sopportazione, di “menefreghismo” e di assuefazione. La data storica della fine del fascismo in Italia non fu il 25 luglio, ma l’8 settembre, con la dichiarazione pubblica dell’armistizio, la fuga del re, del governo, dello stato maggiore.Dopo poco più di due mesi da quel giorno fatale,avvenne, in Abruzzo, l’eccidio di Pietransieri, uno dei più efferati della guerra.Un eccidio che ancora oggi, come tanti altri, resta nel tristemente famoso “armadio della vergogna”. Ei numerosi eccidi, stragi, massacri, rappresaglie non sarebbero certamente avvenuti, con quella disumana ferocia, se non ci fosse stato il 9 settembre 1943,“il giorno della vergogna” che si svolse sulle strade abruzzesi.

Ciò che raccontiamo in questo libro sono avvenimenti noti o poco conosciuti. Ma sui quali è bene riflettere anche oggi. Perché “nulla di ciò che si è verificato va dato perduto per la storia”, ha scritto Walter Benjamin.

Anche intorno alla cena (di qui il titolo del libro), consumata dalla famiglia reale il 9 settembre 1943 a Crecchio, nel castello dei duchi di Bovino, c’è sempre stata grande curiosità. Sia perché quel giorno è passato alla storia come “il giorno della fuga, del tradimento, della vergogna…” e sia perché il cuoco artefice di quel “diner” era Aquilino Benedice, “monzù” per eccellenza di Villa Santa MKaria.

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